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Yoga: benefici e difficoltà

Questa disciplina è diventata sempre più frequente negli ultimi anni in Europa. Quanto ne sappiamo davvero di questa disciplina? Come può aiutarci a migliorare il nostro benessere psico-fisico?

Raffaela, una delle insegnanti al centro "la via del Sole" di Varedo, ci parla di yoga e della sua esperienza in questo articolo.

Come ti sei approcciata allo Yoga e cosa ci puoi raccontare di questa disciplina?

La mia curiosità nei confronti dello lo Yoga iniziò a 12 anni grazie ai racconti di un professore alle scuole medie. Intorno ai vent’anni, dopo averlo a lungo desiderato, potei approcciarmi concretamente a questa disciplina grazie al fatto che nella città in cui abitavo venne aperta una scuola di Hatha Yoga.

Ma non mi bastava e nel continuo cercare risposte alle mie domande esistenziali finalmente nel 1995 mi “imbattei” in quello che divenne il mio Maestro. Cominciai a frequentare la Sua Scuola di Raja Yoga, una Scuola di vita e crescita spirituale; ad un certo punto del percorso fummo invitati a donare “al mondo” ciò che ognuno di noi aveva maturato nella propria esperienza di crescita. Ogni allievo lo fece attraverso ciò che più lo appassionava. Per me fu l’Hatha Yoga.

Attraverso l’esecuzione quieta e consapevole di asana (posizioni), pranayama (controllo del soffio vitale) e altre tecniche dell’Hatha Yoga si può creare il terreno adatto alla crescita di sensibilità, centratura, connessione con sé stessi e disidentificazione: basi senza le quali non è possibile iniziare un serio cammino di riconoscimento e riconciliazione sia a livello del corpo fisico che a livello dei corpi sottili. 

Qual è la differenza tra Raja Yoga e Hatha Yoga?

Il Raja Yoga, lo “yoga reale dell’anima”, è una pratica per subordinare e controllare la mente e porla dunque al servizio dell’anima, è una scuola di vita, un percorso di crescita spirituale e individuale. Le sue basi sono gli Yoga Sutra di Patanjali; l’Hatha Yoga si occupa del corpo fisico ed energetico e di riflesso ha effetti benefici anche sul corpo emotivo e mentale, è un valido strumento per mantenersi in buona salute perché può essere in grado di riportare armonia là dove si è persa.

Quali sono i benefici della pratica e quali possono essere le difficoltà?

I benefici a livello fisico sono molti e coinvolgono tutti gli apparati e i sistemi del corpo umano, secondo il mio punto di vista il beneficio maggiore sta nell’aumento della propriocezione cioè la capacità di “sentirsi da dentro” importante per lo sviluppo di una sensibilità che permette di riconoscere precocemente, ed in maniera cosciente, il proprio stato sia interiore (pensieri ed emozioni di cui spesso ci accorgiamo solo quando ormai ci hanno “catturato”) che esteriore (tensioni e contrazioni muscolari, respiro insufficiente ecc.). 

Le difficoltà da affrontare per ottenere questi benefici sono ovviamente soggettive e variano dal rimanere concentrati (focalizzati in un punto), attenti (capaci di percepire la totalità del corpo e della mente), al sapersi rilassare, fino alla difficoltà di disidentificarsi requisito importante per praticare gentilezza e accoglienza verso sé stessi. Tutti questi aspetti vengono trattati con cura e pazienza, rispettando i tempi di ciascun allievo.

Ci racconti come si svolge una lezione tipo?

Le lezioni possono variare a seconda di quello che emerge dagli allievi, ma in generale ci sono dei momenti ricorrenti:

Si inizia con il suono della campana tibetana per favorire centratura e armonizzazione, seguono poi:

  1. Una parte iniziale dedicata al riscaldamento: sequenze di preparazione che agiscono sia a livello fisico che energetico, ci si predispone all’ascolto di sé.
  2. Una parte centrale dedicata ad asana  (posizioni in piedi, sedute ed infine a terra, possono essere sia in movimento che statiche) pranayama, mudra e bandha per entrare nel vivo della pratica.
  3. Una parte finale dedicata al rilassamento guidato (fase di riposo e recupero) a cui seguono tecniche che predispongono alla meditazione o invece esercizi di visualizzazione o concentrazione. Questa è la fase in cui ci si interiorizza di più, in cui portiamo a livello più profondo l’essenza della nostra pratica.

Il racconto di Raffaela ti ha incuriosito? Vorresti provare una lezione gratuita? Prenotala qui.

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